letteratura

Giulia Perego

29 mag

La figura di Giulia Perego, la giovane scienziata che il protagonista dell’Anomalia, Massimo Redi, rivede a Erice dopo una burrascosa storia d’amore, è una delle tre o quattro figure principali del romanzo. La prima che ho ben delineato nella mia mente, quando ancora non avevo scritto una sola pagina, e per molti aspetti la mia preferita. Continua a leggere…

Anomalie

25 mag

In una storia ben raccontata la maggior parte degli accadimenti è normale e ragionevole: un tale è seduto al finestrino di un aereo, arriva a destinazione, attende i bagagli, esce dall’aeroporto e incontra un conoscente (è così che inizia L’anomalia, il tale in questione è Massimo Redi, il protagonista). Nulla che non potrebbe succedere a chiunque di noi nella vita di tutti i giorni. Però a un certo punto accade qualcosa, c’è un punto di rottura e allora ci accorgiamo che quella sequenza particolare di eventi può avere un altro significato: magari quello non era un viaggio come tanti, forse quell’incontro non era casuale come poteva sembrare. Continua a leggere…

Il mondo reale

24 mag

Scrivere un romanzo non è solo immaginare una storia ma costruire un mondo. Ebbene, io ho deciso di usare il mondo che già esiste: ho inventato il meno possibile. Continua a leggere…

Romanzi, cardellini e ciuffolotti

18 mag

Una delle domande che da quando ho finito di scrivere il mio romanzo mi hanno fatto più spesso è: quando ti è venuta in mente questa storia? Impossibile saperlo. È come chiedere quando è nata una specie vivente. Continua a leggere…

Romanzi e teorie scientifiche

17 mag

Lo scrittore è un costruttore di mondi. Inizia un romanzo con una vaga idea e poi lavora, per mesi o anni per renderla verosimile (io ce ne ho messi cinque). Le ambientazioni devono risultare realistiche, i dialoghi credibili, le situazioni non forzate, i personaggi ben delineati. Fa schemi, schede, formula ipotesi e poi le scarta. Lo scienziato fa qualcosa di molto simile.

Continua a leggere…

Che noia la scienza!

17 mag

Io non so una parola di tedesco. Quando mi capita di vedere un programma tv in tedesco comincio a sbadigliare e mi addormento. La questione è proprio questa: la scienza ha un suo linguaggio e, per chi non è abituato a usarlo, è esattamente come una lingua straniera, ci vuole del tempo per impararlo e bisogna avere una buona ragione per farlo. Continua a leggere…