Perché il titolo “L’anomalia”?
19 mag
Sono sicuro che il lettore potrà trovare molti significati a questo titolo. Su alcuni di questi ho esplicitamente giocato nel romanzo: “l’anomalia di Catt” è un paradosso della fisica che uno dei protagonisti dice di studiare, il giovane Fabio Moebius scopre un’anomalia della rete che lo conduce a Erice e molte altre “spiegazioni” si nascondono tra le pieghe della narrazione. Ma il significato che io preferisco è quello sottinteso a tutta la storia: la scienza stessa è un’anomalia.
Se ci pensate bene il pensiero scientifico non è naturale. Seguiamo con difficoltà il ragionamento formale, anzi è proprio fastidioso. Persino il fatto che esistano delle leggi in questo universo ci appare piuttosto strano, innaturale. Lo scetticismo alla base del pensiero scientifico ci sembra spesso pedanteria. Per natura siamo portati a credere a ciò che ci viene detto, non sottoponiamo a critica serrata ogni affermazione.
Tutto sembrerebbe escludere la sopravvivenza della scienza, continuamente a rischio di essere spazzata via dall’irrazionalità e dalla credulità.
Eppure l’anomalia della scienza persiste, da più di trecento anni.
Questo titolo è bellissimo! E’ molto intrigante.
Anche secondo me è un titolo bellissimo! Devo ancora leggere il libro, ma il titolo mi ha conquistato subito!
Il ragionamento formale è fastidioso, ma sta alla base d’una comune comprensione. Senza sarebbe come giocare a calcio eliminando le regole… una Babilonia.
Grande titolo comunque. Di quelli che in libreria attirano subito interesse.
E’ proprio vero, il titolo è affascinante e la copertina del libro è seducente!
Che posso dire Massimiliano? ANOMALIA è la mia parola d’ordine e lungo la parete dove è posizionato il mio divano ha la sua giusta collocazione “Metamorphosys” di Escher, Dalì gli sta quasi di fronte ma ci si potrebbe collocare anche Bosch.Le Anomalie sono quelle che costringono alle “ipotesi semplificative” per poter risolvere una classe di problemi ed è questo, secondo me, che non è naturale e dannatamente fastidioso nel pensiero scientifico.
L’Anomalia è fonte di incertezza,dubbio,inquietudine; è destabilizzante, galvanizzante, richiede fantasia e curiosità per essere riconosciuta e forza perchè a volte è addirittura una “singolarità, come Giulia.
Incontrare l’Anomalia per uno studioso è FATALE: accorgersene o cercarla fa la differenza fra uno scienziato e un pedante conoscitore della materia.
A risentirci…..
Lavoro in una libreria e per il lancio promozionale la Rizzoli ha mandato dei capitoli già da qualche settimana, ma era intitolato: L’anomalia di Escher, come mai è stato cambiato? Io ho cominciato a leggerlo proprio perchè mi aveva incuriosito il titolo. Non ho ancora finito ma lo trovo veramente interessante e intrigante!
Sì, anche a me e alla casa editrice piaceva il titolo L’anomalia di Escher. L’idea era di richiamare il fatto che la logica della scienza ha la struttura di una litografia di Escher: coerente soltanto a un primo sguardo. E, in effetti, Escher nel romanzo è citato più volte. Eravamo tutti molto soddisfatti del titolo e con questo abbiamo impostato il lancio. Ma quando per scrupolo abbiamo chiesto alla Fondazione Escher l’autorizzazione a usare il nome… sorpresa! Non ce l’hanno data. Sinceramente non ho capito esattamente perché, ma alla fine abbiamo dovuto rinunciare. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Io e il mio editor abbiamo subito fatto una riunione d’urgenza, pensando e scartando decine di altri titoli, ma alla fine ci siamo accorti che il migliore l’avevamo già sotto gli occhi: L’anomalia. Breve e diretto. L’abbiamo scritto, guardato per un po’ e poi ci siamo detti: “Ma come abbiamo fatto a non pensarci subito!”.
L’anomalia è un bel titolo. Fa pensare all’elettronica, ai sistemi informatici, alla geometria, alla genetica, all’astronomia. Ma anche alla filosofia, al senso di tante cose della vita. Magari nel libro non c’è niente di tutto questo – devo ancora leggerlo – però complimenti per l’idea!
Mi sbaglio o un libro intitolato “L’ANOMALIA” era già presente nella collana “I romanzi di Urania” edita da Mondadori tra gli anni cinquanta e sessanta ?!?!
Sì, L’anomalia è il titolo di un romanzo di fantascienza del 1973 di Jerry Sohl. L’avevamo controllato prima di sceglierlo. In effetti sarebbe stato un po’ “anomalo” che un titolo così breve non fosse già stato usato. Comunque sono passati molti anni e il genere è completamente diverso, non credo si creino confusioni.
Meravigliosi gli Urania! Quando ero un ragazzo ne ho letti a decine! Esistono ancora? Mi sembra di averli intravisti in edicola, può essere?
@Zeta: Certo che Urania esiste ancora! Vive e prospera (relativamente) da decenni! Hanno cambiato varie volte veste grafica, ma esce tutti i mesi, e anche la collana sorella Urania Collezione.
negli ultimi mesi la parola anomalia l’ho sentita spesso usata in riferimento alla situazione del governo italiano: l’anomalia berlusconi, insomma. mi domandavo se nel titolo ci fosse anche questa idea
No, direi proprio di no. Non si fa alcun riferimento alla situazione politica italiana.
visto che non vi hanno permesso di intitolarlo “l’anomalia di Escher” … potevate intitolarlo “l’anomalia di Catt”!
O anche Catt avrebbe negato l’autorizzazione?
Paolo
Perché questa fotografia un po’ inquietante di un autosilo di Lugano?
Già! Che ci fa un autosilo di Lugano nel mio post?
Anomalia: un titolo che ha catturato la mia attenzione.
Sabato ho “divorato” il libro….stupendo!
Spero di avere la gioia di leggerne un altro.
Grazie.
ci sono titoli di libri che richiamano nomi “noti”.
Qualche esempio?
Canale Mussolini
Il codice Da Vinci
La regola di Machiavelli
L’ultimo Catone
L’orologio di Maria Antonietta
Omero nel Baltico
I diari di Hitler
Il pendolo di Foucault
Il violino di Hitler
Ma ne ho riportati giusto una decina, i primi che mi sono venuti in mente.
Allora mi domando: possibile che un libro (bellissimo, ve lo consiglio) che doveva intitolarsi “L’anomalia di Escher” abbia dovuto essere pubblicato con un titolo tronco (infatti è in libreria con il titolo “L’ANOMALIA”) solo perché la fondazione Escher non si è detta d’accordo nell’inserire quel nome nel titolo?
Secondo me si tratta di un poderoso autogol: lasciare “Escher” nel titolo avrebbe aiutato a far consocere proprio Escher anche a chi, oggi come oggi, non sa nemmeno chi sia!
Paolo
La penso come te sul fatto che si tratti di un comportamento piuttosto inspiegabile e autolesionistico da parte della fondazione Escher. Purtroppo sono passati meno di settanta anni dalla sua morte e quindi possono ancora far valere i loro diritti sul nome, al contrario di Leonardo da Vinci e Foucault. Forse, però, si potrebbe discutere sull’anacronismo delle leggi sulla proprietà intellettuale: settanta anni sono un’eternità. Mi domando infatti che senso abbia che i diritti possano durare decenni in un’epoca in cui la vita commerciale di un romanzo, un saggio o un’invenzione dura pochi anni. Sì, certo, alcuni durano più a lungo, ma allora il loro successo è stato tale che il detentore dei diritti ha già ricavato un sacco di soldi! Forse più di quanto è giusto e ragionevole.
L’ho letto tutto d’un fiato tra ieri e oggi, Bellissimo! Mi piace questo filo teso tra Chernobyl e la guerra in Iraq che fa da sfondo alla storia e mi piace come la storia sia stata intessuta in una trama di fatti e personaggi realmente accaduti. E mi piace che i protagonisti siano degli scienziati, visto che io da scienziato (sono una biologa) mi sento spesso un’ANOMALIA della societá . Mi piacciono anche alcuni spunti di riflessione trovati sul blog. Passo e chiudo!
Eleonora
Ho avuto il piacere di leggere l’Anomalia in pochi giorni e subito sono venuto su questo blog a cercare maggiori informazioni, dettagli, spunti di riflessione… e vorrei complimentarmi innanzitutto per il lavoro da lei svolto per il libro e soprattutto per il blog stesso. Spesso infatti capita di finire un libro su cui si ha voglia di ragionare, ricapitolando le impressioni che ci ha lasciato e di cogliendo significati sfuggenti a prima impressione, come se volessimo che il libro non fosse finito… ma quasi mai cercando nella rete collegamenti si trovano molti commenti e ciò mi lascia un pò deluso.
Il titolo è a parer mio accattivante sicuramente e la trama non è da meno. Anche se a dir la verità pensavo si trattasse più di una nuova scoperta scientifica legata all’equazione di Dirac, presente in copertina e citata nello stesso libro, piuttosto che un triller “senza soluzione” e colmo di argomenti. Banalmente un epilogo come in questo libro lascia un pò con l’amaro in bocca inizialmente, ma in realtà è affascinante e lascia libertà alla fantasia (credo che le ultime pagine bianche a fine libro abbiano questa funzione, sbaglio?).
Spero vivamente che sia pubblicato un altro libro simile. Ancora complimenti.
sono una prof di latino e greco, che amava tanto mat e fisica…. ho letto in 2 gg ed ho rispolverato idee che mi hanno sempre affascinato … inoltre ho apprezzato moltissimo (da prof!)tensione e stile
farò girare il libro, in attesa del prossimo
complimenti vivissimi
Un commento positivo da parte di una prof del latino e greco vale doppio, per uno scrittore di scienza. Grazie.
A me non piacciono i thriller ma ho finito in due giorni il suo libro. L’ho trovato molto avvincente anche se forse l’ambientazione in un posto reale e con alcuni personaggi reali a noi familiari richiede uno sforzo in più per sentire veridica la storia. Questo non dovrebbe essere comunque un problema per il pubblico straniero che le auguro di raggiungere. Mi sembra inoltre che la seconda parte abbia un ritmo un po’ precipitoso, come se ci fosse una certa fretta di concludere. Ho girato la pagina dopo l’ultima per vedere come proseguiva… Ma anche questo è un segno che il libro funziona visto che avrei seguitato a leggerlo con piacere. L’ ho trovato interessante per la ricchezza di argomenti di fisica e di storia contemporanea. Purtroppo devo dire che le scene di sesso sembrano più delle esecuzioni e non rendono giustizia al sentimento d’amore che viene attribuito al protagonista, ma forse sono la punizione che Massimo infligge a Giulia per quello che gli combina alle spalle!
Comunque nella mia opinione è un libro davvero originale che ho consigliato agli amici di leggere. Sembra adatto a diventare la sceneggiatura di un film e spero che succeda.