Perché il titolo “L’anomalia”?

19 mag

Sono sicuro che il lettore potrà trovare molti significati a questo titolo. Su alcuni di questi ho esplicitamente giocato nel romanzo: “l’anomalia di Catt” è un paradosso della fisica che uno dei protagonisti dice di studiare, il giovane Fabio Moebius scopre un’anomalia della rete che lo conduce a Erice e molte altre “spiegazioni” si nascondono tra le pieghe della narrazione. Ma il significato che io preferisco è quello sottinteso a tutta la storia: la scienza stessa è un’anomalia.

Se ci pensate bene il pensiero scientifico non è naturale. Seguiamo con difficoltà il ragionamento formale, anzi è proprio fastidioso. Persino il fatto che esistano delle leggi in questo universo ci appare piuttosto strano, innaturale. Lo scetticismo alla base del pensiero scientifico ci sembra spesso pedanteria. Per natura siamo portati a credere a ciò che ci viene detto, non sottoponiamo a critica serrata ogni affermazione.

Tutto sembrerebbe escludere la sopravvivenza della scienza, continuamente a rischio di essere spazzata via dall’irrazionalità e dalla credulità.

Eppure l’anomalia della scienza persiste, da più di trecento anni.

 

© Alan Todd

 

25 COMMENTI A “Perché il titolo “L’anomalia”?”

  1. Franco T. 18 maggio 2011 alle 10:45

    Questo titolo è bellissimo! E’ molto intrigante.

  2. Walter 20 maggio 2011 alle 17:09

    Anche secondo me è un titolo bellissimo! Devo ancora leggere il libro, ma il titolo mi ha conquistato subito!

  3. Al 20 maggio 2011 alle 18:41

    Il ragionamento formale è fastidioso, ma sta alla base d’una comune comprensione. Senza sarebbe come giocare a calcio eliminando le regole… una Babilonia.
    Grande titolo comunque. Di quelli che in libreria attirano subito interesse.

  4. Cristina 22 maggio 2011 alle 19:09

    E’ proprio vero, il titolo è affascinante e la copertina del libro è seducente!

  5. MGT 23 maggio 2011 alle 14:59

    Che posso dire Massimiliano? ANOMALIA è la mia parola d’ordine e lungo la parete dove è posizionato il mio divano ha la sua giusta collocazione “Metamorphosys” di Escher, Dalì gli sta quasi di fronte ma ci si potrebbe collocare anche Bosch.Le Anomalie sono quelle che costringono alle “ipotesi semplificative” per poter risolvere una classe di problemi ed è questo, secondo me, che non è naturale e dannatamente fastidioso nel pensiero scientifico.
    L’Anomalia è fonte di incertezza,dubbio,inquietudine; è destabilizzante, galvanizzante, richiede fantasia e curiosità per essere riconosciuta e forza perchè a volte è addirittura una “singolarità, come Giulia.

    Incontrare l’Anomalia per uno studioso è FATALE: accorgersene o cercarla fa la differenza fra uno scienziato e un pedante conoscitore della materia.
    A risentirci…..

  6. Claudia 24 maggio 2011 alle 09:48

    Lavoro in una libreria e per il lancio promozionale la Rizzoli ha mandato dei capitoli già da qualche settimana, ma era intitolato: L’anomalia di Escher, come mai è stato cambiato? Io ho cominciato a leggerlo proprio perchè mi aveva incuriosito il titolo. Non ho ancora finito ma lo trovo veramente interessante e intrigante!

    • Massimiliano Pieraccini 24 maggio 2011 alle 12:14

      Sì, anche a me e alla casa editrice piaceva il titolo L’anomalia di Escher. L’idea era di richiamare il fatto che la logica della scienza ha la struttura di una litografia di Escher: coerente soltanto a un primo sguardo. E, in effetti, Escher nel romanzo è citato più volte. Eravamo tutti molto soddisfatti del titolo e con questo abbiamo impostato il lancio. Ma quando per scrupolo abbiamo chiesto alla Fondazione Escher l’autorizzazione a usare il nome… sorpresa! Non ce l’hanno data. Sinceramente non ho capito esattamente perché, ma alla fine abbiamo dovuto rinunciare. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Io e il mio editor abbiamo subito fatto una riunione d’urgenza, pensando e scartando decine di altri titoli, ma alla fine ci siamo accorti che il migliore l’avevamo già sotto gli occhi: L’anomalia. Breve e diretto. L’abbiamo scritto, guardato per un po’ e poi ci siamo detti: “Ma come abbiamo fatto a non pensarci subito!”.

  7. DiNa 24 maggio 2011 alle 16:16

    L’anomalia è un bel titolo. Fa pensare all’elettronica, ai sistemi informatici, alla geometria, alla genetica, all’astronomia. Ma anche alla filosofia, al senso di tante cose della vita. Magari nel libro non c’è niente di tutto questo – devo ancora leggerlo – però complimenti per l’idea!

  8. FemtoTera 25 maggio 2011 alle 18:16

    Mi sbaglio o un libro intitolato “L’ANOMALIA” era già presente nella collana “I romanzi di Urania” edita da Mondadori tra gli anni cinquanta e sessanta ?!?!

    • Massimiliano Pieraccini 26 maggio 2011 alle 10:19

      Sì, L’anomalia è il titolo di un romanzo di fantascienza del 1973 di Jerry Sohl. L’avevamo controllato prima di sceglierlo. In effetti sarebbe stato un po’ “anomalo” che un titolo così breve non fosse già stato usato. Comunque sono passati molti anni e il genere è completamente diverso, non credo si creino confusioni.

  9. Zeta 26 maggio 2011 alle 11:05

    Meravigliosi gli Urania! Quando ero un ragazzo ne ho letti a decine! Esistono ancora? Mi sembra di averli intravisti in edicola, può essere?

  10. Daniele A. Gewurz 28 maggio 2011 alle 14:57

    @Zeta: Certo che Urania esiste ancora! Vive e prospera (relativamente) da decenni! Hanno cambiato varie volte veste grafica, ma esce tutti i mesi, e anche la collana sorella Urania Collezione.

  11. giacomo paté 11 giugno 2011 alle 09:36

    negli ultimi mesi la parola anomalia l’ho sentita spesso usata in riferimento alla situazione del governo italiano: l’anomalia berlusconi, insomma. mi domandavo se nel titolo ci fosse anche questa idea

    • Massimiliano Pieraccini 14 giugno 2011 alle 12:13

      No, direi proprio di no. Non si fa alcun riferimento alla situazione politica italiana.

  12. paolo federici 27 giugno 2011 alle 17:11

    visto che non vi hanno permesso di intitolarlo “l’anomalia di Escher” … potevate intitolarlo “l’anomalia di Catt”!
    O anche Catt avrebbe negato l’autorizzazione?
    :-)
    Paolo

  13. Max Rasta 20 agosto 2011 alle 09:30

    Perché questa fotografia un po’ inquietante di un autosilo di Lugano?

    • Massimiliano Pieraccini 22 agosto 2011 alle 10:36

      Già! Che ci fa un autosilo di Lugano nel mio post?

  14. Mara 15 settembre 2011 alle 14:59

    Anomalia: un titolo che ha catturato la mia attenzione.
    Sabato ho “divorato” il libro….stupendo!
    Spero di avere la gioia di leggerne un altro.
    Grazie.

  15. paolo federici 3 ottobre 2011 alle 16:32

    ci sono titoli di libri che richiamano nomi “noti”.
    Qualche esempio?
    Canale Mussolini
    Il codice Da Vinci
    La regola di Machiavelli
    L’ultimo Catone
    L’orologio di Maria Antonietta
    Omero nel Baltico
    I diari di Hitler
    Il pendolo di Foucault
    Il violino di Hitler
    Ma ne ho riportati giusto una decina, i primi che mi sono venuti in mente.
    Allora mi domando: possibile che un libro (bellissimo, ve lo consiglio) che doveva intitolarsi “L’anomalia di Escher” abbia dovuto essere pubblicato con un titolo tronco (infatti è in libreria con il titolo “L’ANOMALIA”) solo perché la fondazione Escher non si è detta d’accordo nell’inserire quel nome nel titolo?
    Secondo me si tratta di un poderoso autogol: lasciare “Escher” nel titolo avrebbe aiutato a far consocere proprio Escher anche a chi, oggi come oggi, non sa nemmeno chi sia!
    Paolo

    • Massimiliano Pieraccini 4 ottobre 2011 alle 10:02

      La penso come te sul fatto che si tratti di un comportamento piuttosto inspiegabile e autolesionistico da parte della fondazione Escher. Purtroppo sono passati meno di settanta anni dalla sua morte e quindi possono ancora far valere i loro diritti sul nome, al contrario di Leonardo da Vinci e Foucault. Forse, però, si potrebbe discutere sull’anacronismo delle leggi sulla proprietà intellettuale: settanta anni sono un’eternità. Mi domando infatti che senso abbia che i diritti possano durare decenni in un’epoca in cui la vita commerciale di un romanzo, un saggio o un’invenzione dura pochi anni. Sì, certo, alcuni durano più a lungo, ma allora il loro successo è stato tale che il detentore dei diritti ha già ricavato un sacco di soldi! Forse più di quanto è giusto e ragionevole.

  16. Eleonora 9 aprile 2012 alle 15:41

    L’ho letto tutto d’un fiato tra ieri e oggi, Bellissimo! Mi piace questo filo teso tra Chernobyl e la guerra in Iraq che fa da sfondo alla storia e mi piace come la storia sia stata intessuta in una trama di fatti e personaggi realmente accaduti. E mi piace che i protagonisti siano degli scienziati, visto che io da scienziato (sono una biologa) mi sento spesso un’ANOMALIA della societá . Mi piacciono anche alcuni spunti di riflessione trovati sul blog. Passo e chiudo!

    Eleonora

  17. Andrea 4 maggio 2012 alle 16:01

    Ho avuto il piacere di leggere l’Anomalia in pochi giorni e subito sono venuto su questo blog a cercare maggiori informazioni, dettagli, spunti di riflessione… e vorrei complimentarmi innanzitutto per il lavoro da lei svolto per il libro e soprattutto per il blog stesso. Spesso infatti capita di finire un libro su cui si ha voglia di ragionare, ricapitolando le impressioni che ci ha lasciato e di cogliendo significati sfuggenti a prima impressione, come se volessimo che il libro non fosse finito… ma quasi mai cercando nella rete collegamenti si trovano molti commenti e ciò mi lascia un pò deluso.

    Il titolo è a parer mio accattivante sicuramente e la trama non è da meno. Anche se a dir la verità pensavo si trattasse più di una nuova scoperta scientifica legata all’equazione di Dirac, presente in copertina e citata nello stesso libro, piuttosto che un triller “senza soluzione” e colmo di argomenti. Banalmente un epilogo come in questo libro lascia un pò con l’amaro in bocca inizialmente, ma in realtà è affascinante e lascia libertà alla fantasia (credo che le ultime pagine bianche a fine libro abbiano questa funzione, sbaglio?).
    Spero vivamente che sia pubblicato un altro libro simile. Ancora complimenti.

  18. ELENA LORI 20 giugno 2012 alle 09:32

    sono una prof di latino e greco, che amava tanto mat e fisica…. ho letto in 2 gg ed ho rispolverato idee che mi hanno sempre affascinato … inoltre ho apprezzato moltissimo (da prof!)tensione e stile
    farò girare il libro, in attesa del prossimo

    complimenti vivissimi

    • Massimiliano Pieraccini 25 giugno 2012 alle 11:06

      Un commento positivo da parte di una prof del latino e greco vale doppio, per uno scrittore di scienza. Grazie.

  19. Alessandra 29 ottobre 2012 alle 17:17

    A me non piacciono i thriller ma ho finito in due giorni il suo libro. L’ho trovato molto avvincente anche se forse l’ambientazione in un posto reale e con alcuni personaggi reali a noi familiari richiede uno sforzo in più per sentire veridica la storia. Questo non dovrebbe essere comunque un problema per il pubblico straniero che le auguro di raggiungere. Mi sembra inoltre che la seconda parte abbia un ritmo un po’ precipitoso, come se ci fosse una certa fretta di concludere. Ho girato la pagina dopo l’ultima per vedere come proseguiva… Ma anche questo è un segno che il libro funziona visto che avrei seguitato a leggerlo con piacere. L’ ho trovato interessante per la ricchezza di argomenti di fisica e di storia contemporanea. Purtroppo devo dire che le scene di sesso sembrano più delle esecuzioni e non rendono giustizia al sentimento d’amore che viene attribuito al protagonista, ma forse sono la punizione che Massimo infligge a Giulia per quello che gli combina alle spalle!
    Comunque nella mia opinione è un libro davvero originale che ho consigliato agli amici di leggere. Sembra adatto a diventare la sceneggiatura di un film e spero che succeda.

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