Romanzi e teorie scientifiche

17 mag

Lo scrittore è un costruttore di mondi. Inizia un romanzo con una vaga idea e poi lavora, per mesi o anni per renderla verosimile (io ce ne ho messi cinque). Le ambientazioni devono risultare realistiche, i dialoghi credibili, le situazioni non forzate, i personaggi ben delineati. Fa schemi, schede, formula ipotesi e poi le scarta. Lo scienziato fa qualcosa di molto simile.

Di tanto in tanto ha un’idea. Nella maggior parte dei casi si rivela, già alla prima analisi, una sciocchezza o una banalità. Qualche volta sembra originale e promettente. Allora ci lavora per verificarne tutti i dettagli: non deve portare a risultati assurdi, deve essere coerente con ciò che già sappiamo già sulla natura, deve essere verificabile mediante l’esperimento. È un lavoro durissimo che se ha successo porta a una nuova teoria che mostra sotto una luce nuova un fenomeno ben noto, come l’ennesimo romanzo d’amore, oppure esplora nuovi mondi, come un romanzo di viaggi o di avventura, oppure rivoluziona per sempre la nostra visione della realtà, come fanno i grandi capolavori della letteratura.

 

7 COMMENTI A “Romanzi e teorie scientifiche”

  1. Tiziano 18 maggio 2011 alle 10:23

    Mi pare molto interessante questo accostamento tra il romanziere e lo scienziato. Si tratta sempre di grandi sistemi: quello scientifico e quello narrativo! Però la scienza cerca la verità, no? La letteratura sa che una sola verità non c’è…
    Sono molto curioso di leggere L’anomalia: come ha avuto l’idea di un romanzo thriller ma che parla anche di scienza ?

    • Massimiliano Pieraccini 18 maggio 2011 alle 21:17

      Sì, la scienza cerca la verità e ne vorrebbe una sola, purtroppo la realtà sembra non volerne sapere.
      Per la seconda domanda vedi il post “Romanzi, cardellini e ciuffolotti”, che ho postato poco fa.

  2. Carlo Mazzoni 18 maggio 2011 alle 10:47

    Gentile Massimiliano, sono un professore anch’io… ma di Filosofia. Questo libro mi interessa molto. Presto le dirò cosa ne penso, ma sono comunque felice che si inizino a combinare le carte in tavola tra letteratura, scienza, filosofia. Ha letto il notevole romanzo di Bruno Arpaia?
    Un cordiale saluto
    Carlo Mazzoni

    • Massimiliano Pieraccini 18 maggio 2011 alle 21:18

      Grazie per il cortese commento, sarò felice di conoscere la sua opinione sul romanzo. Ho letto Arpaia e sarà oggetto di un prossimo post.

  3. SFR 20 maggio 2011 alle 10:15

    Ho letto Arpaia e non mi è piaciuto granchè. Ho letto L’Anomalia (ebbene sì, ho fatto nottata….) e mi ha fatto impazzire. Non ci sono paragoni tra i due.

  4. Cinzia 20 maggio 2011 alle 11:26

    e c’è sempre un pubblico a decretare il successo degli uni e degli altri. scienziati e scrittori. altra non trascurabile analogia…

  5. Luca G. 20 maggio 2011 alle 15:51

    così come è il pubblico a decretare il successo degli uni e degli altri… scrittori, di quelli che si occupano di problemi non facili, ma necessari…

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