Laboratorio di biocontenimento di livello 4

8 feb

Nel romanzo la protagonista femminile, Giulia Perego, conduce un esperimento con le spore dell’antrace in un laboratorio di contenimento di livello 4, il massimo livello di sicurezza. Nessuno sa bene quanti laboratori di questo genere ci siano nel mondo, probabilmente non più di qualche decina. Sono enormemente complessi e costosi. In Italia ce ne sono due, uno è all’ Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “L. Spallanzani” di Roma ed è gestito dal servizio sanitario nazionale in collaborazione con il ministero della difesa.
Per scrivere quella scena, tra le più importanti del romanzo, ho dovuto documentarmi. Per giorni  e giorni ho rovistato in rete usando parole chiave come: “antrace”, “BL4”, “biocontenimento”, “Nuclear Biological Chemical”, “Ebola”. Mi sono fatto spedire a casa una decina di libri da titoli inquietanti quali: “NBC warfare”, “Chemical-Biological Defense”, “Panic in Level 4”…
E proprio in quei giorni ricevo una strana telefonata. Il mio interlocutore si dice entusiasta di un articolo scientifico che ho scritto qualche tempo prima. Chiede un incontro. Un paio di settimane dopo arriva in facoltà una piccola carovana di auto di grossa cilindrata, ne scendono cinque uomini in cravatta e completo scuro. Salgono al primo piano e chiedono di me. Nel vedermeli comparire davanti trattengo a stento un sussulto. Faccio strada verso la sala riunioni, dove ci aspettano alcuni miei colleghi. Ci accomodiamo. L’uomo che aveva telefonato presenta i suoi accompagnatori: non mi è del tutto chiaro il loro ruolo, ma capisco che rappresentano importanti aziende attive nel campo della sicurezza. Senza troppi giri di parole cominciano a parlare di possibile sfruttamento militare dell’idea contenuta nell’articolo, piani industriali, produzione. A me sembrano tutte sciocchezze, ma cerco di mostrarmi possibilista: “ Prima di pensare alle applicazioni, dovremmo fare come minimo una sperimentazione più esaustiva”.
“Non c’è problema. Di cosa avete bisogno? Un campo di test? Un poligono? La prossima settimana incontrerò il ministro della difesa: vi farò avere tutto ciò di cui avete bisogno.” Guardo perplesso i miei colleghi. Loro guardano me.
L’incontro si conclude con un pranzo di lavoro nel vicino ristorante. A tavola uno dei cinque, davanti alla bistecca alla fiorentina che ha ordinato, butta là questa frase: “… e poi dovremmo sperimentare l’idea anche allo Spallanzani di Roma.” Io raggelo: sta parlando dell’istituito che ospita un laboratorio di biocontenimento di livello 4. Il mio computer è pieno di immagini di quel luogo. Mi sono fatto persino una mappa dettagliata. Faccio finta di non capire e non chiedo ulteriori spiegazioni. Ci salutiamo. Siamo d’accordo nel risentirci a breve. Passano settimane: nessuno mi richiama. Allora chiamo io. “Ah, è lei professore. Sì, certo. Le faremo sapere al più presto. Arrivederci”. Nessuno si è più rifatto vivo.

9 COMMENTI A “Laboratorio di biocontenimento di livello 4”

  1. Giacomo Dabisias 8 febbraio 2012 alle 14:22

    Sarei curioso di capire se si tratta già di una parte di un nuovo romanzo e se è un fatto realmente accaduto o meno. Meglio non sapere cosa succede in tali laboratori, spero solo che la maggior parte delle persone che ci lavorano non siano i classici italiani che si trovano spesso a giro ma siano personaggi con rigore nordico..

    • Massimiliano Pieraccini 8 febbraio 2012 alle 16:37

      Fatto realmente accaduto.

  2. Fillippo Brizzi 8 febbraio 2012 alle 16:18

    cosa ha scoperto che ha interessato industrie belliche? sono proprio curioso!

    • Massimiliano Pieraccini 8 febbraio 2012 alle 17:55

      In realtà assolutamente nulla che possa giustificare quel dispiegamento di mezzi (e millanterie). Questo episodio è curioso proprio per questo, oltre che per la strana coincidenza…

  3. Fillippo Brizzi 8 febbraio 2012 alle 19:20

    magari pensavano che visto tutte le sue ricerche volesse creare un laboratorio di contenimento nei sotterranei di santa marta!

  4. Jacopo Montigiani 8 febbraio 2012 alle 21:19

    pensavo che avesse abbandonato il blog, mi fa piacere leggerla nuovamente. congratulazioni per il romanzo, mi è piaciuo.

    • Massimiliano Pieraccini 9 febbraio 2012 alle 12:15

      Grazie. In effetti dopo due post senza commenti mi ero un po’ stancato di trovare nuovi argomenti. Ma, invece, vedo che ci sono ancora diversi lettori affezionati (tra l’altro alcuni mi hanno anche sollecitato via facebook). Ne sono contento. Magari mi piacerebbe che non si limitassero a leggere, ma scrivessero anche qualcosa. Un blog non è un trattato o un articolo di giornale ma un dialogo, senza feedback ha poco senso.

  5. Gilberto 7 marzo 2012 alle 15:44

    Fatto realmente accaduto, confermo anche io.

  6. Maurizio Gullo 5 aprile 2012 alle 22:00

    sarei curioso di leggere l’articolo che è stato la causa di questa vicenda…

LASCIA IL TUO COMMENTO