Tasse universitarie
23 lug
Le tasse universitarie aumenteranno ancora, o meglio, il governo ha modificato le regole per il calcolo del tetto dando ai singoli atenei la possibilità di aumentare ancora la tasse. Potremo discutere a lungo e molto animatamente su questa questione. Le tasse universitarie sono già piuttosto alte, in linea con i livelli europei. Gli studenti coprono già circa il 12% del budget universitario (dati dell’Università di Firenze, le altre sono comunque nello stesso ordine di grandezza). A prima vista il 12% non sembra una gran cifra, va però considerato che l’università non si occupa solo di didattica, ma anche di ricerca. Consideriamo nominalmente un professore impegnato in ugual misura nelle due attività (sappiamo che non è vero nei singoli casi, e forse neppure in media, ma dobbiamo pur decidere una frazione ragionevole). In tal caso gli studenti contribuirebbero per circa il 24% delle spese universitarie per la loro istruzione. Circa un quarto. E’ una cifra ragionevole? Sì, no, ognuno avrà la sua opinione. Molti sostengono, con buoni argomenti, che l’università dovrebbe essere gratuita. Che molti giovani abbiano un’istruzione universitaria, che il livello culturale del paese si elevi è un bene per l’intera collettività e quindi è giusto che sia la collettività a sobbarcarsene il peso. E’ del tutto vero? Forse. Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Gli studenti universitari rappresentano circa un terzo dei giovani in età universitaria. I laureati in Italia sono ancora poco più del 10% della popolazione. E, in Italia più che altrove, gli studenti universitari sono figli di laureati e provengno ancora per lo più da famiglie mediamente agiate. Ne ho già parlato: l’università in Italia non è mai riuscita a diventare quell’ascensore sociale che dovrebbe portare i meritevoli alle posizioni di prestigio e potere: i figli dei notai, fanno i notai e i figli dei tassisti fanno i tassiti. Colpa anche dell’università, certo! Ma, stando così le cose, è proprio giusto che la fiscalità generale, le tasse di tutti noi, ricchi e poveri, finanzi gli studi della fascia sociale più benestatante? Io penso di sì, malgrado tutto. La società ha bisogno di medici, ingegneri, scienziati, insegnanti, funzionari preparati e capaci. Però dovrebbe essere molto più selettiva con il merito. La società ha sicuramente bisogno di buoni laureati, ma certo non di più persone con un inutile pezzo di carta in mano.
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