L’energia del vuoto

20 giu

Qualche giono fa ho aperto il giornale per leggere i nomi dei finalisti del Premio Strega e con mia grande sorpresa ho trovato L’energia del vuoto di Bruno Arpaia. Sono letteralmente saltato sulla sedia. Un romanzo che parla di scienza arriva in cinquina allo Strega! Forse finalmente quel muro apparentemente invalicabile tra scienza e cultura umanistica comincia a sgretolarsi, alla faccia di Benedetto Croce e dei suoi maledetti pseudo-concetti empirici…

Nella quarta di copertina de L’energia del vuoto è riportata questa frase: “Bruno Arpaia è uno di quelli che affrontano l’arte e la letteratura con l’unica ambizione di essere coerenti con la vita e con l’epoca che gli è toccato vivere”. Non so bene cosa voglia intendere Luis Sepúlveda che l’ha scritta, ma io la interpreto come una constatazione e un augurio sull’“epoca che ci è toccato di vivere”. Negli ultimi mesi tre case editrici importanti, l’una indipendentemente dall’altra, hanno puntato con coraggio e convinzione su tre romanzi che hanno al centro la scienza. Einaudi ha pubblicato Solar di Ian McEwan, Guanda L’energia del vuoto e Rizzoli L’anomalia. Non credo sia solo una coincidenza: evidentemente qualcosa è nell’aria.

Ho letto il libro di Arpaia subito dopo aver inviato al mio editore l’ultima versione del mio romanzo e devo ammettere che, già dopo poche pagine, sono rimasto a bocca aperta: le analogie sono impressionanti. Arpaia è uno scrittore che per parlare di scienza costruisce un thriller nel quale il tempo, uno dei grandi misteri della fisica, è parcellizzato e non sequenziale. Io sono uno scienziato che arriva alla narrativa mediante il thriller come metafora della scienza, un thriller che per di più è narrativamente costruito sul flashback, ovvero su una struttura del tempo parcellizzata e non sequenziale. C’è veramente da rimanere di sasso.

E allora, in bocca al lupo Bruno, io faccio il tifo per te!

13 COMMENTI A “L’energia del vuoto”

  1. christian 20 giugno 2011 alle 13:22

    sarebbe bello se vincesse Arpaia, anch’io tifo per lui. il suo forse non è il miglior libro della cinquina, ma è l’unico che restituirebbe un senso a un premio ormai ridicolo perché imbrigliato in un mafioso gioco di potere. Arpaia è il vero outsider e, certo, veder vincere un romanzo che parla di scienza sarebbe un segnale interessante anche per il futuro della narrativa: l’introduzione di un linguaggio nuovo a far da controparte ai temi umanistici. credo tuttavia che i favoriti siano i più corazzati Nesi e Desiati, ma attenzione alla Veladiano (con Mondadori che vincerebbe di nuovo, ma meno platealmente, e quindi potrebbe avere la botte piena e la moglie ubriaca…).

  2. iDom 20 giugno 2011 alle 14:44

    credo che con un altro sistema di voto, Arpaia avrebbe discrete probabilità di vittoria. non perché sia un libro straordinario, ma è l’unico a tentare qualcosa di nuovo.

  3. david dn 20 giugno 2011 alle 16:36

    a me questo libro non è piaciuto. suggestivi i riferimenti alla fisica, le varie spiegazioni, ma il thriller è sgonfio, noioso, parte bene ma poi rallenta e si arena su un nugolo di nozioni. tentativo coraggioso, ma non riuscito.

  4. NICK 20 giugno 2011 alle 16:49

    Anche se scritto bene, il romanzo di Arpaia, mezzo testo divulgativo e mezzo thriller banalotto, è un libro mediocre, artificioso, frammentario, nozionistico. Se uno ha letto Grisham e LeCarré, qua si mette a piangere; ma se è un appassionato di fisica si diverte. Non ho ancora letto l’Anomalia, in cui spero ci sia maggior equilibrio tra le due istanze.

  5. NICK 20 giugno 2011 alle 16:51

    Secondo me la classifica dello Strega sarà così:
    Veladiani
    Nesi
    Desiati
    Arpaia
    Castellina (ma la metto ultima solo perché non l’ho mai sentita…)

  6. Lorenza 20 giugno 2011 alle 20:24

    E’ strano come a volte si colleghino cose che, ne sono sicura, hanno seguito percorsi completamente diversi. A cosa mi riferisco? Al fatto che tra qualche giorno i 5 candidati al premio Campiello – il secondo premio più importante d’Italia dopo, appunto, lo Strega, ma con una matrice e una vocazione forse più letteraria – presenteranno i loro libri… sapete dove? Al museo della Scienza e della Tecnica di Milano! Evidentemente, come diceva lei, qualcosa è nell’aria e non è più un’eresia parlare di letteratura in contesti solitamente dedicati alla scienza. O viceversa, come appunto il caso di Arpaia finalista allo Strega.

  7. Vincé 20 giugno 2011 alle 20:54

    La mia profezia:
    Veladiano
    Nesi
    Arpaia
    Desiati
    Castellina

    Comunque sia è lo Strega più noioso da molti anni…

  8. Laura R 21 giugno 2011 alle 08:45

    oggi la letteratura, se non vuole morire schiacciata sotto il peso dei vari Littizzetto e FabioVolo, deve fare proprio questo: dialogare con altri linguaggi, cercare arricchimento

  9. rembrandt 22 giugno 2011 alle 12:10

    Arpaia non vincerà mai, siamo realisti!
    Non che sia “colpa” del suo libro, è ovvio…

  10. iRene 22 giugno 2011 alle 17:22

    Ci fosse stata giustizia, in finale ci sarebbe entrato Fabio Geda. E, sempre nel mondo dei sogni, avrebbe sicuramente vinto.
    E invece.

  11. Benji 24 giugno 2011 alle 15:23

    brutto libro quello di arpaia.
    un’occasione sprecata.

  12. バーバリーブラックレーベル 6 agosto 2013 alle 19:29

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