Mendicanti di energia

9 giu

La vicenda principale del romanzo si svolge a Erice durante un seminario sulle emergenze planetarie e uno dei temi è il problema dell’energia, di cui la nostra società ha un disperato bisogno. Ma che cosa si intende esattamente con energia? Fu il grande filosofo e scienziato Leibniz a parlarne per primo, per lui l’energia era movimento. Più tardi si scoprì che anche il calore era energia e che nelle reazioni chimiche è racchiusa energia, così come dentro l’atomo, e infine che tutto è praticamente energia. L’energia è ovunque onnipresente e abbondante.

Ma allora perché esiste un problema dell’energia? Già, perché mendichiamo energia? Mendicare, questo è il termine che trovo più calzante: l’energia che siamo in grado di sfruttare è solo quella frazione minuscola che la natura sembra quasi dimenticare.

Voglio essere più concreto: da dove viene l’energia del petrolio? Dal sole, certo. La nostra stella irradia un’enorme quantità di energia e solo una frazione infinitesimale è intercettata dal nostro pianeta, e di questa poca energia una piccola frazione è assorbita dalla vegetazione. E di tutta la vegetazione solo una piccolissima frazione, qualche centinaio di milioni di anni fa, si è convertita in petrolio. Questa è l’energia che spinge le nostre macchine e i nostri aerei. Facciamo un altro esempio: da dove viene l’energia nucleare? Qualche miliardo di anni fa esplose una stella e in tutta quell’abbondanza, una parte di energia è rimasta intrappolata dentro grossi atomi instabili che dopo una lungo viaggio nel tempo e nello spazio sono finiti su questo pianeta. Carbone, gas, energia idroelettrica, eolica, fotovoltaica… per ciascuna di queste fonti la storia si ripete: la natura spreca enormi quantità di energia ma ci concede di sfruttare solo quella piccolissima frazione che sembra quasi dimenticare nelle pieghe delle sue leggi ferree.

L’umanità è come un naufrago in una zattera nell’oceano. L’acqua è ovunque, ma lui è arso dalla sete. Di tanto in tanto piove e anche in quel caso vede sprecarsi tutta quella buona acqua potabile e lui può bere solo quelle poche gocce che gli cadono in bocca.

 

7 COMMENTI A “Mendicanti di energia”

  1. Renzo 9 giugno 2011 alle 16:33

    perdoni la domanda ma ho letto quasi tutto il blog (e gran parte del libro, con grande piacere) e non sono riuscito a capir elei quali energie cercherebbe di sfruttaer, se non il nculeare.

    • Massimiliano Pieraccini 10 giugno 2011 alle 10:16

      Non escluderei a priori il nucleare, penso che in Italia oggi avrebbe poco senso, ma va benissimo che la Francia continui a produrre energia nucleare per mezza Europa: lo sanno fare bene e in sicurezza. Il fotovoltaico è probabilmente il futuro, soprattutto per l’Italia. Ci sono ancora due grossi problemi da superare: il costo e lo stoccaggio dell’energia per la notte e quando piove. Il primo è essenzialmente una questione di economie di scala: quando avremo tappezzato di pannelli solari una frazione significativa delle nostre superfici inutilizzate, il costo unitario si ridurrà a cifre forse anche più basse delle attuali fonti energetiche. Il problema dello stoccaggio dell’energia è più complesso e dovrà essere risolto in qualche modo: o costruendo dighe in cui pompare acqua quando la produzione supera la domanda o generando idrogeno dall’acqua per bruciarlo la notte. Entrambe le soluzioni non sono senza inconvenienti: una diga può crollare (non dimentichiamoci il Vajont) e un deposito di idrogeno può esplodere (la strage di Viareggio la ricordiamo bene tutti). Ma dobbiamo pur convivere con il rischio, qualunque siano le nostre scelte in campo energetico.

  2. flavio 10 giugno 2011 alle 19:12

    da qualunque posto venga l’energia nucleare, lasciamola dove sta

  3. Gioia 12 giugno 2011 alle 10:29

    Professore, riguardo l’energia “pulita”, non pensa che sia una contraddizione usare pannelli solari al tellururo di cadmio? metri e metri quadri di pannelli tra vent’anni esausti e da buttare, non rischiamo di cadere di nuovo nel problema dello smaltimento di rifiuti speciali? E toglie anche molto spazio alle colture agricole (parlo in particolare di ciò che conosco, la piana del Fucino in Abruzzo, dove stanno costruendo a iosa togliendo terreni a patate, carote, barbabietole…e la terra è anche molto fertile lì). Lo stoccaggio dell’energia è effettivamente possibile? a quanto so per ora se c’è sovraproduzione di energia, viene messa comunque in rete.

    • Massimiliano Pieraccini 13 giugno 2011 alle 11:00

      Il problema dello smaltimento dei rifiuti speciali ci sarà sempre, qualunque tecnologia decidiamo di adottare. Pensare che possano esistere tecnologie “pulite” nel senso che tutto è riciclabile e riciclato è pura fantasia. Neppure la natura ricicla, anzi accumula enormi quantità di scorie (che cosa è il petrolio se non scorie sotterrate?) e con il tempo esaurisce le risorse locali fino a vere e proprie estinzioni di massa (l’ossigeno in atmosfera è un prodotto di scarto, altamente tossico per la vita dell’epoca dei batteri che hanno popolato la terra nei primi due miliardi di anni e che poi si sono estinti a causa proprio del gas di scarto che avevano prodotto). La questione non è non avere scorie, ma gestirle.
      Riguardo il togliere spazio alla vegetazione, mi trova perfettamente d’accordo, infatti parlo sempre di “superfici non utilizzate”: tetti, coperture di parcheggi, capannoni. C’è un bellissimo esempio in Francia di un tratto di autostrada coperto di panelli solari: quello è il fotovoltaico che sogno (senza però demonizzare il fotovoltaico a terra). Le dirò di più: anche la superficie coperta a colture agricole andrebbe ridotta a favore della vegetazione spontanea. Se ne parla poco, ma l’agricoltura è una fonte non trascurabile di gas serra.
      Riguardo lo stoccaggio dell’energia, finché la produzione dalle fonti discontinue (solare ed eolico) copre solo qualche punto percentuale il problema non si pone, perché è sufficiente ridurre della stessa quantità l’energia prodotta dalle centrali termiche, ma quando la percentuale raggiungerà il 20% (l’obiettivo che si è posta l’Europa) il problema si porrà drammaticamente e allora una soluzione andrà trovata.

  4. Onofrio Filoramo 6 ottobre 2011 alle 11:11

    Egregio professore,
    secondo me sprechiamo troppa energia.
    Per esempio riscaldare e rinfrescare abitazioni con muri così sottili che la disperdono non è molto sensato.
    Persino i LED sempre accesi degli apparecchi elettronici consumano energia elettrica senza produrre benefici.
    Consumare troppa energia ha cominciato ad danneggiare l’equilibrio complessivo del pianeta.
    Se non capiamo che ogni nostra azione ha delle conseguenza che non siamo nemmeno capaci di prevedere, la natura ci presenterà il conto.

    • Massimiliano Pieraccini 6 ottobre 2011 alle 14:37

      Scartato il nucleare, non abbiamo altre forme di energia potenzialmente illimitate. L’energia solare, idroelettrica e eolica anche se teoricamente abbondante è praticamente molto limitata (non possiamo certo coprire tutto il pianeta di pale eoliche e pannelli solari). Anche puntandoci decisamente con grandi investimenti sarà difficile solo coprire l’attuale fabbisogno e quindi risparmiare non sarà un’opzione, ma l’unica possibilità. Il problema è che la popolazione del pianeta cresce e continuerà a crescere almeno fino alla metà del secolo in corso. E non solo: l’attuale consumo di energia è concentrato in Europa, negli Stati Uniti e in Giappone, ma i consumi pro capite di India e Cina stanno crescendo a ritmo vertiginoso. Anche se la popolazione si stabilizzasse la crescita dei consumi non si arresterebbe. Ho paura che ci aspettino tempi duri…

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