Scienza e religione

14 lug

Una delle ragioni per cui ho ambientato L’anomalia a Erice è perché trovavo intrigante  l’idea di un luogo dominato per secoli dal clero e ora tempio della scienza. Ma l’accostamento tra clero e scienziati è qualcosa più di una suggestiva metafora. Gli scienziati, come i membri di una Chiesa, fanno un tirocinio di anni per essere ammessi a officiarne i riti. La formazione dello scienziato è basato sulla teoria e sull’esempio, così come quella del monaco o del sacerdote, sulla teologia e sugli esercizi spirituali. La Chiesa è continuamente minacciata dall’eresia, la scienza dalle rivoluzioni scientifiche. Entrambi combattono aspramente i dissidenti per poi finire ad abbracciarli come eroi e martiri, quando l’eresia diviene ortodossia. E poi entrambi, scienziati e uomini di Chiesa, sono rosi dalla brama della conoscenza, aspirano alla Risposta, alla teoria del tutto, alla spiegazione finale.

6 COMMENTI A “Scienza e religione”

  1. Antonio 14 luglio 2011 alle 21:32

    Egr. Professore
    In linea generale sono d’accordo con lei, ma le posso dire in aggiunta, che sia la fisica nucleare che la religione (o meglio la mia religione, francescana)si occupano dell’infinitamente piccolo. Certo è curioso che una parte della Chiesa (i francescani appunto) siano stati bruciati come eretici in più di un’occasione. Quindi come vede anche qui abbiamo un anomalia ovvero la religione che combatte l’eresia francescana e la scienza che pone uno dei centri più importanti per la ricerca scientifica in un monastero francescano e in uno appartenente alle Clarisse, così almeno nel suo romanzo!!!Come spiega questa “anomalia”????

    • Massimiliano Pieraccini 15 luglio 2011 alle 10:29

      Mica tanto anomalia, anzi…

  2. leonardo pagani 15 luglio 2011 alle 08:41

    posso chiederle cosa ne pensa del tema, indagato da filosofi, religiosi, ma credo interessante anche per gli scienziati, del “nome di dio”?

    • Massimiliano Pieraccini 15 luglio 2011 alle 10:30

      Il “nome di dio” è una sottile e scivolosa questione filologica sulla quale non mi sento certo di entrare, mi sentirei molto più a mio agio con una domanda sulla “particella di Dio” (il bosone Higgs)…

  3. Jacopo Mazzuoli 26 luglio 2011 alle 14:20

    Non crede che le rivoluzioni scientifiche, più che la scienza, minaccino certi scienziati per via delle loro prese di posizioni aprioristiche? Carl Sagan ad esempio, insieme a Richard L. Lewontin, un genetista di Harvard, nel corso di un dibattito dichiararono: “Noi prendiamo le parti della scienza malgrado la palese assurdità di alcuni dei suoi costrutti, perché abbiamo già accettato in precedenza il materialismo. Questo materialismo è assoluto, dato che non potremo mai permettere che il piede divino si infili in mezzo alla porta.”

    • Massimiliano Pieraccini 26 luglio 2011 alle 15:26

      La questione è cosa si intende per “materialismo”. Se per materialismo significa che qualunque teoria per quanto astratta per essere accettata come scienza deve sottostare all’ evidenza sperimentale, ovvero deve essere provata da un esperimento materiale, allora sottoscrivo senz’altro che il materialismo della scienziato deve essere assoluto e che soluzioni di comodo come qualche deus ex machina che spiega ciò che non è sperimentalmente spiegabile sono del tutto inaccettabili. Materialismo, ovviamente non significa, che non c’è differenza tra un sasso e un essere umano. La scienza “materialista” non nega certo che esistano la coscienza, l’intelligenza, l’arte, l’intuito, l’amore, la compassione, però ne cerca una spiegazione in questa realtà, o meglio: non deve rinunciare a cercare una spiegazione in questa realtà. Che poi la trovi è un’altra questione…

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