Publish or Perish

29 giu

Nel romanzo Fabio Moebius è un giovane geniale che con Massimo Redi, il suo professore, scrive un articolo che viene pubblicato su una delle più autorevoli riviste scientifiche. Nel mondo della ricerca il valore dello scienziato si valuta sulla base delle pubblicazioni, ovvero sull’impatto che il suo lavoro ha sulla comunità degli scienziati. L’idea alla base è che la scienza è un’impresa collettiva, in cui il lavoro di ciascuno stimola quello degli altri. Se una pubblicazione scientifica compare in una rivista di larga diffusione e viene spesso citata da altre pubblicazioni, vuol dire che è importante, che ha dato buoni frutti.

L’idea è sensata, ma si presta a un’evidente distorsione: la sindrome della “publicatio precox”. Tutti vogliono pubblicare qualunque insignificante risultato. Ne va della propria carriera, se non pubblichi sei fuori. Il risultato è la crescita a dismisura del numero di riviste e congressi. Un mare di pubblicazioni in cui è sempre più difficile trovare ciò che è di valore dalla pura e semplice “fuffa”. A questo proposito tra gli scienziati gira una battuta: “Il numero di pubblicazioni aumenta così rapidamente che presto la catasta delle pubblicazioni scientifiche finirà per crescere a una velocità superiore a quella della luce. Ma non c’è problema: ciò non viola la relatività, perché le pubblicazioni non contengono informazione.”

3 COMMENTI A “Publish or Perish”

  1. Fred 29 giugno 2011 alle 21:54

    Totalmente d’accordo. Purtroppo ci sono due questioni che andrebbero risolte:
    Prima, istituire una commissione che giudichi le pubblicazioni e il lavoro svolto (il problema è che questa ha un costo e quindi credo che non vedrà mai la luce).

    Seconda, eliminare il brutto vizio di mettere una sfilza di autori per lo stesso articolo, in modo che la pubblicazione realmente conti solo per l’autore effettivo(quì il problema è di più difficile soluzione).

  2. leonardo bossi 29 giugno 2011 alle 23:49

    e adesso che si è affacciato nel magico mondo della letteratura, cosa ne dice? secondo lei anche qui vale la legge del publish or perish?
    leonardo

    • Massimiliano Pieraccini 30 giugno 2011 alle 12:22

      Direi proprio di no, nel magico mondo della letteratura mi pare che valga piuttosto “sell or perish”…

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