I rottami della battaglia di Chernobyl

23 mag

In una radura a qualche chilometro dalla centrale di Chernobyl ci sono centinaia e centinaia di mezzi abbandonati e arrugginiti. Autobotti militari, corazzati anfibi per il trasporto truppe, ruspe, cingolati, autocarri attrezzati con paranchi, autobus, furgoni. E gli elicotteri: gli enormi Mi-6 con le caratteristiche piccole ali stabilizzatrici e le due grosse turbine che, con i più piccoli Mi-8 e Mi-26, bombardarono per giorni il reattore in fiamme con sabbia, boro e piombo. Nel romanzo Alexander Kaposka e la giovane Olga Zamyatin si aggirano tra i rottami di quei mezzi troppo contaminati dalle radiazioni per poter essere utilizzati ancora. Avrebbero dovuto essere sorvegliati rigorosamente, ma in realtà per anni i saccheggiatori hanno continuato a utilizzarli per rifornire il mercato nero di pezzi di ricambio.

The True Battle of Chernobyl

6 COMMENTI A “I rottami della battaglia di Chernobyl”

  1. Luca J. 23 maggio 2011 alle 11:22

    Mi piacerebbe molto andare a curiosare tra tutti quei rottami, fare centinaia di foto. Sapete se è possibile? O è ancora pericoloso?

    • Massimiliano Pieraccini 24 maggio 2011 alle 16:18

      Da qualche anno vengono organizzate visite turistiche nella “zona di esclusione” (i trenta chilometri intorno alla centrale). La visita comprende anche il cimitero dei rottami. Molti turisti hanno già caricato un gran numero di foto su google maps. La radioattività oggi non è più alta del fondo ambientale di molte altre regioni. Le precauzioni consigliate sono una mascherina per la polvere, che può ancora contenere tracce di atomi radioattivi, scarpe chiuse ed evitare di indossare indumenti sintetici perché trattengono elettrostaticamente la polvere.

  2. Gianluca 26 maggio 2011 alle 11:09

    In che senso “la radioattività oggi non è più alta del fondo ambientale di molte regioni”?

    • Massimiliano Pieraccini 27 maggio 2011 alle 00:40

      La radioattività ambientale è molto variabile da zona a zona. Ad esempio in Francia la radioattività intesa come dose assorbita dalla popolazione varia da 1 mSv/annui della Corsica a 0.5 mSv/annui della Normandia. Ci sono regioni del mondo con fondo ambientale di oltre 100 mSv/annui. Il valore medio sulla popolazione mondiale è circa 2 mSv/anno, l’Italia essendo un paese vulcanico ha un valore medio un po’ più alto, vicino ai 3 mSv/anno.

  3. FemtoTera 27 maggio 2011 alle 17:02

    100mSv/annui mi sembrano un po’ tanti, consideri che 50mSv/annui è la dose limite per i lavoratori professionalmente esposti.
    Insomma, assorbire 100mSv/anno non è proprio come mangiarsi una banana…

    • Massimiliano Pieraccini 27 maggio 2011 alle 17:53

      In effetti la banana è una delle principali fonti di esposizione per ingestione, contiene una gran quantità di potassio radioattivo! Comunque, sì: 100mSv/anno non è poco. Però a Ramsar, in Iran, la regione più “calda” del pianeta, si misurano livelli di radioattività ambientale intorno a 400 mSv/anno.

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