Perché Erice?

21 mag

In nessun altro posto avrei potuto ambientare questo romanzo.

Innanzi tutto perché non c’è scienziato che non conosca questo piccolissimo borgo. I convegni di Erice, qualche decina all’anno fin dai primi anni Sessanta, fanno parte ormai della storia della Scienza.

E poi per le mille suggestioni di quel luogo. Erice è un borgo arroccato su uno sperone di roccia ed ha la forma di un perfetto triangolo equilatero: due lati danno sullo strapiombo, il terzo è chiuso da mura antiche quasi tremila anni. Una nebbia fitta lo avvolge per giorni od ore per poi sparire improvvisamente aprendo viste mozzafiato sulla valle e sul mare. Erice per millenni è stato teatro di una guerra sotterranea, senza esclusione di colpi, tra paganesimo e Chiesa cattolica. L’antico tempio di Venere fu raso al suolo e decine di monasteri furono edificati, quasi l’uno accanto all’altro. I monaci se ne sono andati da tempo ma in tre ex-conventi si riuniscono oggi i membri del moderno clero della Scienza.

 

1 COMMENTO A “Perché Erice?”

  1. Elisabetta 21 maggio 2011 alle 18:02

    Che bella Erice! Non ci torno da un sacco nella mia Sicilia, perché ormai vivo da cinque anni a Torino… Leggerò il libro con mille sospiri! Ciao

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