Il mistero buffo della misura sperimentale

14 mag

Dario Fo in Mistero buffo racconta una storiella che ho sempre trovato esilarante, che è più o meno questa.

“All’inizio la regola dei monaci benedettini prescriveva solo di pregare, tuttavia un giorno ebbe origine un misterioso fenomeno. I monaci maggiormente portati per la preghiera e la contemplazione, improvvisamente, cominciarono a librarsi nell’aria. Prima di pochi centimetri, poi fin sopra ai tetti, infine volarono a quote altissime spinti dai venti. Quando anche il cuoco e il vivandiere presero il volo, San Benedetto, preoccupato, riunì in consiglio i monaci rimasti per prendere immediati provvedimenti. Per la sopravvivenza stessa dell’abbazia, da quel giorno in poi ogni monaco avrebbe portato appesa al collo una pesante vanga che l’avrebbe tenuto con i piedi ben piantati a terra.”

Ecco, la vanga per lo scienziato è la misura sperimentale. Ed è una ben pesante zavorra.

3 COMMENTI A “Il mistero buffo della misura sperimentale”

  1. Rob 18 maggio 2011 alle 09:15

    Non capisco come tu possa dire una cosa del genere, francamente.

  2. Matteo 20 maggio 2011 alle 11:13

    Rob, ma che domanda è? Dipende cosa si intende con SCIENZA… Quella pura è astrazione, congettura, quasi filosofia, e doversi ancorare a terra toglie poesia…
    Massimiliano?

    • Massimiliano Pieraccini 20 maggio 2011 alle 14:49

      Il senso di quel post è che la scienza, come molte altre materie (persino l’ingegneria!), con il tempo tende ad avvitarsi nell’astratto. I modelli si fanno sempre più teorici, i ragionamenti più contorti e filosofici, i calcoli più astrusi. Questo non è un male in sé, purché si mantenga ben ancorata alla realtà. Ovvero si parli di quel mondo là fuori e non di un mondo “altro”. Ma la scienza ha fortunatamente un’ancora formidabile: la misura sperimentale. Qualunque teoria, per quanto astratta e fantasiosa, deve poter dare risultati verificabili sperimentalmente. Devo poter andare in laboratorio, accendere un rivelatore, leggere il risultato della misura e verificare che sia esattamente quello previsto dalla teoria. Se ciò non avviene, la teoria, per quanto bella, suggestiva ed intrigante, va semplicemente gettata via. Questa è l’essenza del metodo sperimentale.

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