Io leggo solo classici

24 apr

Quando più di quattro persone parlano di letteratura, in qualunque contesto, prima o poi uno dichiara solennemente che lui legge solo classici e con questo chiude il discorso. E’ inutile stare a disquisire, è già stato scritto tutto: viaggi, amori, passioni, intrighi… C’è sempre un Omero, un Manzoni o uno Shakespeare che l’ha scritto prima e meglio. E’ inutile negarlo. Possiamo provare a sperimentare soluzioni insolite, fare della letteratura sperimentale, ma poi come ha detto un noto critico americano “Nella letteratura ci sono solo due storie: un forestiero arriva in una città, un viandante parte per un viaggio”. Non sarà proprio così, ma certo il margine di manovra di un narratore non è poi così ampio come si è soliti credere. Ma non solo: leggere i classici vuol dire andare sul sicuro. Se un libro è sopravvissuto così tanto da essere ancora letto dopo cinquanta o cento anni, quasi sicuramente è un buon libro. Il tempo è sempre il giudice più severo e imparziale.  E questa è forse l’argomentazione più convincente.  Ma allora perché si scrive ancora? Perché si pubblicano, solo in Italia, 60000 nuovi libri all’anno. Perché non ci limitiamo a ristampare l’ “Odissea” e “I promessi sposi?”

La mia risposta è: “Provateci!”. Non limitatevi a dirlo, provate veramente a leggere solo classici: Omero, Dante, Torquato Tasso, Manzoni… Che impressione ne avete? Se volete vi posso dire le impressioni che ne ho io. Innanzi tutto una continua sensazione di deja vu. I classici sono tali perché ormai sono entrati nel nostro immaginario. Quando sono stati scritti descrivevano situazioni forti e coinvolgenti, ma oggi sembrano una sequela infinita di luoghi comuni. E’ stato proprio il loro successo a renderli tali. E poi uno strano senso di artificiosità. Tutto sembra ambientato in un altro mondo con strane convenzioni e logiche che capiamo poco. La ragione è, ovviamente, solo la distanza temporale che ci separa da quelle opere. La possiamo colmare con un po’ di applicazione, studiando qualche trattato di storia e filologia. Ma, a ben vedere, perché farlo? Mica voglio fare lo storico o il filologo, voglio solo godermi una bella storia! Ed è per questo che si scrive ancora. Per non annoiarci con storie viste e riviste e per poterci godere il piacere della lettura senza dover essere continuamente interrotti dalle note a piè di pagina.

3 COMMENTI A “Io leggo solo classici”

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