Buster Keaton e la scienza

17 ott

Joseph Frank Keaton VI, al secolo Buster Keaton, sarà ricordato per sempre per l’inconfondibile volto, immobile come una maschera, e per le incredibili situazioni in cui, nei sui film, andava a cacciarsi. In Una settimana, film muto del 1920, si cimenta nella costruzione di una casetta prefabbricata. L’impresa si rivela più difficile del previsto e il protagonista riesce a fare tutti gli errori possibili. Tra le altre cose, sega la trave dove sta seduto, monta le pareti in diagonale, cade innumerevoli volte da tutto ciò da cui è possibile cadere, precipita nel camino e infine scopre di dover spostare l’intera casa perché costruita nel lotto sbagliato, ovviamente con conseguenze disastrose. In altri cortometraggi le cose non gli vanno meglio e lo spettatore ride a crepapelle pensando fra sé e sé: “Chi mai potrebbe fare errori del genere?”. Ebbene, il lavoro dello scienziato è esattamente questo: fare tutti gli errori possibili in un campo molto ristretto, come ebbe a dire Niels Bohr, il fisico premio Nobel, uno dei padri della meccanica quantistica. E Buster Keaton sarebbe stato sicuramente un ottimo scienziato. I suoi film, come la scienza, sono uno strano connubio tra fisicità e logica ferrea.

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