iPad prima dell’iPad

10 ott

Un agente dei servizi segreti mostra a Massimo Redi, il protagonista de L’anomalia, dei documenti usando un piccolo touch screen. Quando ho scritto questa scena l’iPad non esisteva ancora, ma l’idea era sicuramente nell’aria. Anzi lo era già da un bel po’ di tempo. In effetti è da quando uso il computer che sono convinto che tastiera e schermo è una modalità di interazione con la macchina assolutamente innaturale che prima o poi sparirà. Le persone parlano, toccano, afferrano, disegnano, non battono su una tastiera. La scrivania del futuro me la immagino non diversa dalla scrivania dei nostri nonni: un piano e null’altro. Su questa superficie, come un grande iPad, compariranno i documenti e le schermate su cui lavoreremo. E tutto sarà memorizzato da qualche parte “on the cloud”. Il giorno che dovessimo lavorare a casa o in un altro ufficio, ritroveremo tutto il nostro mondo digitale esattamente come lo abbiamo lasciato l’ultima volta, ovunque ci abbiamo lavorato.

Steve Jobs non è stato certo il primo a pensare il tablet, ma è colui che lo ha fatto diventare realtà. A ben vedere la genialità è proprio realizzare (non necessariamente in senso fisico) ciò che è già nella mente delle persone. Ma un attimo prima che se ne rendano conto. E Steve Jobs è stato indubbiamente un genio: ossessivo, maniaco, spietato, carismatico come tutti i grandi geni. Ci mancherà.

2 COMMENTI A “iPad prima dell’iPad”

  1. Giovanni Antonelli 13 ottobre 2011 alle 16:40

    D’accordo, Jobs è stato un innovatore geniale, i suoi prodotti sono stati un simbolo, le sue intuizioni grandiose. Ma per favore, non facciamolo sembrare un santo, e smettiamo di dire che ha cambiato il mondo. Che dovremmo dire, allora, di Edison o di Meucci? Ma per favore!

  2. Onofrio Filoramo 16 ottobre 2011 alle 11:18

    Il primo computer da tavolo è stato inventato in Italia per impulso di un imprenditore veramente illuminato, Adriano Olivetti.
    Al computer fu dato il nome ELEA 9000, un acronimo coniato in modo da ricordare un’antica scuola filosofica.
    L’Olivetti, invece di espandersi, poco tempo dopo ha dovuto dichiarare fallimento.
    Il brevetto del computer è stato successivamente acquisito dalla General Elettric.

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