L’assassino torna sempre sul luogo del delitto

30 ago

Venerdì 19 agosto sono tornato a Erice, invitato a presentare il romanzo in occasione della manifestazione culturale Venere d’Argento. È stato un evento emozionante: ho parlato da un palco in piazza San Domenico (chi ha letto il libro sa che cosa avviene in quella piazza, anzi sotto…), un pubblico straordinario in una cornice meravigliosa. Mi presentava uno scrittore, Giacomo Pilati autore di “Minchia di Re”, un bel romanzo ambientato su un’isola siciliana da cui, tra l’altro, è stato tratto anche un film di un certo successo.

Non tornavo a Erice dal mio ultimo sopralluogo, nel 2007, durante la scrittura del romanzo. La prima volta che ci sono stato era il novembre 1997 (un’altra epoca, oltre che un altro secolo), fresco di laurea partecipai a una delle “scuole” per giovani ricercatori per cui il Centro Ettore Majorana è famoso. Fu un’esperienza che, con il senno di poi, ha cambiato la mia vita. Per quanto avessi già in tasca un contratto di assunzione in una grande azienda di elettronica, decisi (molto avventatamente!) che avrei fatto lo scienziato. E lo scrittore. All’epoca non lo sapevo e non lo avrei saputo ancora per molti anni. Ma quando decisi di cominciare a scrivere un romanzo, sapevo che non lo avrei potuto ambientare in un altro posto. E così è stato. Ho passato cinque anni immerso nelle sue nebbie squarciate da improvvise schiarite, seguendo i miei personaggi da un capo all’altro del piccolo borgo. Ne ho descritto particolari minuti, scorci e intere scene. Rivedere oggi il paese mi ha dato l’impressione di un luogo familiare, ma non del tutto. Per me Erice sarà sempre in novembre: luce bassa, nebbie improvvise, poca gente.

1 COMMENTO A “L’assassino torna sempre sul luogo del delitto”

  1. enrica jones 5 settembre 2011 alle 19:53

    ero ospite al centro Ettore Majorana e, uscendo da una lezione, ho trovato in piazza san Domenico, nella ‘nostra’ Erice, un pubblico attento che partecipava alla presentazione dell’ENIGMA. Sono rimasta affascinata, credo che solo in un posto come Erice sia possibile vivere nel mito, nella fantasia, e nel contempo non perdere di vista la realtà. Ho letto il libro tutto d’un fiato: è bello ed intrigante. Anche il suo autore mi è parso bello ed intrigante e saperlo partecipe della comunità degli studiosi mi ha fatto pensare di far parte del suo mondo. Di sicuro tornerò ad Erice per vivere questa città unica come ha fatto Massimiliano.

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