Il barone di Münchhausen

5 giu

Karl Friedrich Hieronymus, meglio noto come il barone di Münchhausen, fu ufficiale di cavalleria al seguito di Antonio Ulrico II, duca di Brunswick-Lüneburg, e combatté in un paio delle tante guerre, la maggior parte del tutto inconcludenti, che contrapposero l’Impero Russo all’Impero Ottomano. Non sappiamo con certezza se l’ufficiale Karl Friedrich Hieronymus si sia mai realmente distinto in battaglia, ma è probabile che i racconti delle sue gesta non dovessero essere esenti da qualche esagerazione, se in seguito si è creata una florida tradizione di fantastici e incredibili aneddoti aventi per protagonista proprio il barone di Münchhausen. Le mirabolanti imprese attribuite all’ufficiale tedesco sono innumerevoli, ma la sua fama è legata indissolubilmente a un aneddoto in particolare: “Una volta volevo saltar di là da un pantano, ma feci un salto troppo corto e caddi nel fango a breve distanza dalla riva. E sarei infallibilmente morto se, afferratomi per il codino, la forza del mio braccio non mi avesse tratto di là, insieme al mio cavallo, che tenevo ben stretto tra le ginocchia”.

Strano a dirsi, ma questo bizzarro aneddoto ha avuto una straordinaria fortuna tra gli scienziati. Per quanto possa apparire incredibile, l’idea del cavaliere che si tira su per il codino, senza punti d’appoggio, è una delle idee scientifiche più potenti e feconde. Direi di più: è probabilmente il concetto scientifico più genuinamente profondo e universale. I meccanismi di reazione (loop) essenziali e ubiqui in tutti i campi della scienza: dalla fisica alla biologia, passando per la matematica, l’ingegneria e la progettazione del software.

Nel romanzo, il vecchio professore John Wheeler, forse uno dei più influenti scienziati del Novecento, si trova a Erice e afferma: “Ebbene, se dovessi confessare, sotto tortura, qui e adesso, cosa penso essere l’idea semplice alla base di tutto, direi che noi stessi generiamo il mondo, il mondo è auto-generato, le leggi fisiche sono auto-generate.” In altre parole: il barone di Münchhausen è il creatore dell’universo. Una bella carriera per uno che aveva fama di raccontare frottole.

4 COMMENTI A “Il barone di Münchhausen”

  1. rebelrebel 5 giugno 2011 alle 19:17

    Complimenti per il libro, l’ho appena finito! Ci sarà anche un seguito?

    • Massimiliano Pieraccini 6 giugno 2011 alle 11:32

      Chi lo sa? I romanzi, come le idee e i frutti, nascono da soli, si deve solo aspettare. Il problema è che aspetti fiducioso sotto un pero e ti accorgi che invece è nata una ciliegia.

  2. Gawain 9 giugno 2011 alle 16:14

    Secondo lei qual è la teoria cosmologica più credibile?
    La teoria del multiverso, e della continua creazione di universi paralleli, per quanto affascinante, sembra ai più un gioco mentale che una teoria plausibile.

    • Massimiliano Pieraccini 10 giugno 2011 alle 10:18

      Il multiverso, ovvero la continua creazione di universi paralleli, così come l’inflazione cosmica dalla quale si sarebbero generati milioni di universi tra cui il nostro, sono teorie esteticamente brutte e per di più sperimentalmente non verificabili, quindi a rigore non sono neppure scienza, però hanno una loro plausibilità e sono
      coerenti con l’immagine del cosmo che a poco a poco andiamo formandoci: un enorme calderone ribollente, rutilante e sprecone in cui il poco che appare avere un significato a scala umana è giusto una tenue schiuma in un angolo periferico.

LASCIA IL TUO COMMENTO