Il mistero Majorana

30 mag

Nei primi anni Trenta del Novecento, sette giovanissimi scienziati furono protagonisti della rivoluzione che mutò per sempre la nostra visione della fisica e della realtà. Erano i “ragazzi di via Panisperna”, la loro guida era Enrico Fermi, ma il più geniale ed enigmatico era il siciliano Ettore Majorana. Schivo e taciturno, faceva scoperte straordinarie e clamorose, ma rifiutava di prendersene il merito. A lui è intitolato il Centro Studi fondato da Antonino Zichichi a Erice, dove dagli anni Sessanta si riuniscono i migliori scienziati del mondo e dove ho ambiento la vicenda principale dell’Anomalia. Il 25 marzo 1938, all’età di trentadue anni e a pochi mesi dalla sua nomina per chiara fama a professore ordinario all’Università di Napoli, Ettore Majorana scrive ai familiari annunciando la sua morte: “Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all’uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi”. Ma poco dopo manda un telegramma da Palermo scrivendo: “Il mare mi ha rifiutato”. E poi scompare. Su questa vicenda si è detto di tutto e sono state fatte le ipotesi più fantasiose: ritirato in convento, scappato in Argentina, in Germania al servizio del Terzo Reich, barbone nelle campagne di Sicilia. Sembra che nessuno voglia accettare l’ipotesi più semplice e probabile.

Annuncio pubblicato dalla famiglia Majorana il 17 luglio 1938 sulla "Domenica del Corriere"

 

4 COMMENTI A “Il mistero Majorana”

  1. Fabio Marani 31 maggio 2011 alle 10:45

    Una delle cose che di questa vicenda mi hanno sempre affascinato sono le carte misteriose che, pare, Majorana consegnò a una delle sue studentesse (una bella donna, proprio come la sua Giulia Perego): documenti scientifici che poi si persero e che secondo alcuni contenevano il segreto della sua scomparsa. Chissà se esistono ancora, se sono stati distrutti, e se effettivamente potrebbe rivelarci qualcosa della sorte di quest’uomo così schivo e geniale. Professor Pieraccini, lei che idea si è fatta di tutta questa vicenda?

    • Massimiliano Pieraccini 31 maggio 2011 alle 15:42

      Gilda Senatore, la studentessa alla quale Ettore consegna il misterioso pacco, non era solo una bella donna: era una bellezza da mozzare il fiato. Ed anche una ragazza intelligente ed emancipata (studentessa universitaria in Fisica a Napoli nel 1938, basta solo questo), un po’ come Giulia, la protagonista del mio romanzo. I documenti scomparsi sono un mistero nel mistero. L’idea che mi sono fatto? Per carattere e formazione tendo sempre a preferire la soluzione più semplice: “Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem.”

  2. Duccio C. 31 maggio 2011 alle 16:34

    Complimenti per il libro. Non ne sapevo niente, l’ho comprato perché mi piaceva la copertina (lo ammetto!) e mi sta piacendo molto! Mi mancano cinquanta pagine, spero non mi deluda la fine! Però non ho capito se tra i personaggi del libro ce ne sono anche alcuni veri o sono tutti inventati

    • Massimiliano Pieraccini 31 maggio 2011 alle 16:59

      Grazie per i complimenti, fanno sempre piacere. Il miglior complimento è proprio la domanda che mi fa: se le viene il dubbio che siano tutti personaggi reali, allora vuol dire che ho fatto proprio un buon lavoro! Però, in effetti, alcuni sono proprio personaggi reali: Zichichi, Rees, il Papa e Wheeler (ce ne sono anche altri di personaggi reali, che però non posso nominare qui per non rovinare la sorpresa al lettore). Questi sono stati i più difficili da trattare. In generale mi sono regolato facendo dire loro cose che hanno effettivamente scritto e detto. E poi, quando possibile, ho contattato direttamente l’interessato.

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