L’ignoranza è forza

16 mag

Sono sicuro che George Orwell non sapesse granché di fisica quantistica, ma L’ignoranza è forza è letteralmente vero in fisica quantistica. Non è una metafora.

La ragione per cui tutte le particelle di cui siamo costituiti non collassano in un unico immenso buco nero è che esiste una legge che afferma che non più di due elettroni possono stare nello stesso stato quantico. Ebbene, questa legge deriva da un «principio di ignoranza» (una sorta di superlegge) che afferma che gli elettroni sono interscambiabili. Posso sostituire un elettrone della mia mano con un qualunque elettrone della galassia di Andromeda e non cambia nulla, ovvero non potrò mai sapere se i due elettroni sono stati realmente scambiati. Da questa affermazione deriva la legge che impedisce agli atomi di collassare.

Le leggi fisiche ricavate da un «principio di ignoranza» non sono delle curiose eccezioni, ma sono praticamente la norma. Ad esempio nel mondo dei quark, se supponiamo che sia impossibile distinguere se un quark up è rosso o blu (i due termini stanno a indicare certe proprietà che non hanno nulla a che vedere con i colori reali), segue, con un po’ di matematica, che esiste un campo generato da una nuova particella detta gluone (gluone sta per particella-colla, glue). Il campo di gluoni impedisce di rivelare un quark isolato. In altre parole, i quark isolati non esistono a causa di una forza che è veicolata dai gluoni e che è dovuta a un «principio di ignoranza».

Si potrebbe continuare a lungo a enunciare leggi basate sull’“ignoranza”. E questo è proprio strano. Prima di tutto perché da un’affermazione negativa (“NON si può sapere”) si ottiene una legge fisica positiva (che determina cose ben precise: l’esistenza degli atomi o la struttura interna a quark delle particelle). Ma più di ogni altra cosa è strano il fatto che da un’affermazione che riguarda l’osservatore (che non può sapere) si ottiene qualcosa sull’osservato (il mondo fisico).

 

3 COMMENTI A “L’ignoranza è forza”

  1. Filippo 17 maggio 2011 alle 23:56

    E’ interessante e al tempo stesso un po’ spaventoso vedere come affermazioni che te reputi avere una verità universale possano variare così drasticamente a seconda del contesto a cui si applicano.
    Forse è anche questo il bello della vita!

  2. Emanuele 20 maggio 2011 alle 11:40

    Sono d’accordo che l’ignoranza consapevole sia un bene. Che tendere all’onniscienza sia un errore.
    Ma vi siete resi conto che negli ultimi anni essere ignoranti è diventato una specie di vanto? Chi fa uno strafalcione è simpatico e divertente, mentre le persone colte sono pesanti e noiose. Non dico che gli uni siano migliori degli altri, a volte c’è anche chi non ha avuto le possibilità di studiare, però sembra che le persone acculturate siano delle povere sfigate, mentre io personalmente le ammiro molto per le loro conoscenze e per i loro studi. Ma è sempre così, il mondo va al rovescio, il compagno che rischia la bocciatura è simpatico ed eroico, mentre quello brillante e in gamba è guardato come la peste bubbonica.

  3. Roberto Morelli 20 maggio 2011 alle 13:07

    “Il mondo gira solo per ignoranza.”
    Charles Baudelaire

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